mercoledì 15 giugno 2011

produzione di biocarburanti

Eni è impegnata nello sviluppo di tecnologie per la produzione di biocarburanti per mezzo della gassificazione delle biomasse e successivo stadio di liquefazione del gas ottenuto mediante la sintesi Fischer-Tropsch in modo da ottenere carburanti diesel, oppure mediante la coltivazione di microalghe, capaci di proliferare su acque reflue industriali o saline, metabolizzando i residui di azoto e fosforo in esse contenute, e di assimilare la CO2 presente negli off gas industriali con l'ottenimento di una biomassa ad alto tenore di sostanze grasse estraibili e convertibili in carburanti diesel.
Eni è anche impegnata nell'utilizzo di microorganismi (lieviti) per la conversione delle frazioni zuccherine ottenibili da diverse tipologie di biomasse in materiali oleosi da usare per la produzione di carburanti diesel. In particolare la biomassa prodotta dalle microalghe può essere vantaggiosamente sfruttata a fini energetici. Una volta separata dal mezzo di coltivazione mediante tecniche di separazione gravitazionale e filtrazione più o meno spinta, essa può essere utilizzata per ottenere oli vegetali convertibili in combustibili per autotrazione.
Queste tecnologie sono state sperimentate a diversi livelli, in laboratorio, su impianti bench o presso siti industriali. La produzione di biocarburanti diesel da microalghe è in corso di sperimentazione presso la raffineria di Gela, che appare particolarmente adatta grazie al clima, alle infrastrutture presenti, alla disponibilità di streams di CO2 e di acque reflue (urbane ed industriali). E’ stato realizzato e avviato un impianto da un ettaro costituito da più moduli, prima unità dimostrativa realizzata presso una raffineria di petrolio per la coltivazione delle microalghe. E’ in fase di completamento l’impianto di separazione e raccolta della biomassa e successiva estrazione di bioolio, pro tecnologia proprietaria EcofiningTM.
Un altro progetto punta a individuare microrganismi che metabolizzano sostanze organiche producendo lipidi, dai quali, con opportuni trattamenti, produrre biodiesel. È stato individuato un lievito in grado di crescere in modo efficiente su tutti gli zuccheri presenti nelle biomasse lignino-cellulosiche e di accumulare lipidi fino al 75% del suo peso, migliorando il risultato ottenuto nel 2008 (60%).
Inoltre Eni partecipa allo sviluppo di modelli di analisi per sistemi di produzione di bio-etanolo di seconda generazione nell’ambito del progetto europeo NILE (New Improved Lignocellulosic Ethanol).

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