mercoledì 15 giugno 2011

Crisi Libia e azioni ENI

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Presentiamo un’analisi su ENI. La crisi libica può darci un’importante occasione di acquisto se i prezzi tornassero su prezzi di supporto rilevante.
Il grafico evidenzia un crosso intraday che proietta i prezzi verso 17 euro. Il nostro punto di ingresso sarà studiato sotto 16 euro. Attendiamo dunque l’evolversi della situazione economico-politica per approfittare di eventuali movimenti a noi favorevoli.
Intanto il petrolio continua a salire e l’euro è ancora indeciso sulla strada da percorrere.

Eni Kashagan.

Saranno maligni i russi? Secondo un'agenzia russa, appunto, riporta il New York Times, il governo kazakho si sta preparando a cancellare definitivamente il discusso contratto con l'ENI per lo sfruttamento dell'ormai mitico giacimento di Kashagan.
Le azioni ENI sono crollate venerdì, malgrado la stampa italiana tutta abbia graziosamente taciuto la notizia russa. Tacendo anche dell'incontro tra Scaroni e il governo di Nazarbayev che si sarebbe dovuto tenere venerdì, ma che è stato brutalmente rimandato dai kazakhi lasciando l'AD ENI fuori dalla porta col cappello in mano.
L'agenzia insiste citando un'anonima fonte kazakha secondo la quale il Ministero dell'Energia sta preparando i documenti per dissolvere il contratto.
Ora, non è che noi siamo qui ad infierire sulla gloriosa compagnia che fu di Mattei. Ma come d'abitudine, amo il ve l'avevo detto... o meglio, l'aveva detto il compianto Ali Bakhtiari. Riporto il brano del post :
A Kashagan l'ENI sta sviluppando il giacimento più difficile del mondo che produrrà 1,5 milioni di barili al giorno "forse" nel 2010. Da romantica qual sono, mi ha personalmente molto colpito l'immagine descritta da Ali degli uomini dell'ENI che lavorano con le maschere antigas indosso, a temperature che arrivano a -40°, in un mar Caspio che è ghiacciato per 5 mesi l'anno.
Questa faccenda va avanti da oltre sei mesi. E' almeno da luglio scorso che il governo del Kazakhistan sta cercando di liberarsi del consorzio che non sa (o non può...) produrre il petrolio promesso.
Ma una lancia occorre spezzarla in favore dell'ENI: in Kazhakistan si stanno facendo delle illusioni. Quel petrolio, da là sotto, non riuscirà mai nessuno a tirarlo fuori. Forse sarebbe il caso di degradare Kashagan all'umile rango di potential reserves...

Qual è il Codice di borsa delle azioni Eni?

Qual è il Codice di borsa delle azioni Eni?

Ogni titolo azionario quotato sul mercato borsistico italiano è contraddistinto da un codice alfanumerico valido a livello internazionale.
Tale codice è detto ISIN (International Securities Identification Number).
Per le azioni Eni il codice ISIN è IT0003132476.
Oltre al codice ISIN le azioni Eni sono contraddistinte da due ulteriori codici valevoli rispettivamente per il mercato inglese e americano.
Codice SEDOL: 7145056
Codice CUSIP: 26874R108
Inoltre le azioni vengono identificate tramite una sigla o ticker, che varia a seconda del mercato di riferimento: la sigla dei titoli Eni quotati presso Borsa Italiana  è ENI.

A seconda delle agenzie giornalistiche finanziarie (Reuters, Bloomberg) il suffisso di tale sigla può variare, secondo lo schema seguente:

Mercato Borsistico italiano:


Agenzia
Sigla del titolo Eni
Reuters
ENI.MI
Bloomberg
ENI.IM

Qual è la differenza tra un "registered holder" e un "beneficial holder" di ADR?

Qual è la differenza tra un "registered holder" e un "beneficial holder" di ADR?

Gli ADR possono essere detenuti in forma dematerializzata o sotto forma di certificati cartacei. Un "registered holder" è il soggetto iscritto nel registro del depositario. La titolarità delle registrazioni è riferita al "registered holder". Un "beneficial holder" è chiunque sia proprietario di titoli registrati sotto un nome diverso dal proprio, come il nome di un broker, di una banca o altro. I proprietari di ADR registrati con un "nome designato" o tramite una banca, un broker o un'altra istituzione che detiene tali titoli in nome proprio e per conto del cliente, sono considerati "beneficial owners". Gli ADR detenuti in questa forma sono titoli dematerializzati, la cui proprietà viene attestata dalle registrazioni nei conti tenuti dal soggetto che agisce per conto del beneficiario anziché tramite  registrazione presso la banca depositaria degli ADR. I principali benefici della dematerializzazione sono l'eliminazione dei problemi associati ai certificati cartacei, come la conservazione e la sicurezza dei titoli e il costo e la scomodità della sostituzione. Gli ADR dematerializzati evitano il trasferimento fisico dei certificati al momento della vendita. Gli investitori che acquistano ADR tramite un broker e intendono diventare "registered owners" devono specificatamente chiedere al broker di essere registrati  presso la banca depositaria. Per ulteriori informazioni in merito all'emissione di un certificato cartaceo potete rivolgervi a JP Morgan Chase & Co.

Che cos'è un American Depositary Receipt (ADR)?

Che cos'è un American Depositary Receipt (ADR)?

Un ADR è un certificato negoziabile sul mercato statunitense che rappresenta titoli emessi da una società non statunitense (in genere titoli azionari). Gli ADR sono stati appositamente studiati per agevolare l’acquisto, il possesso e la vendita di titoli stranieri da parte di investitori statunitensi. Gli ADR sono emessi da una banca depositaria statunitense,  in seguito al deposito dei titoli sottostanti presso una banca depositaria locale, effettuato in genere da un broker che ha acquistato le azioni sul mercato. La banca depositaria è incaricata delle corporate action che riguardano i possessori di ADR quali, ad esempio, la distribuzione dei dividendi, l’esercizio del voto nelle assemblee degli azionisti e l’esercizio del diritto di opzione. Gli ADR sono equiparati agli altri titoli statunitensi per il regolamento delle operazioni. Le operazioni di negoziazione in ADR sul mercato vengono regolate come quelle  aventi ad oggetto un qualsiasi altro titolo quotato sul mercato statunitense: in dollari USA, il terzo giorno lavorativo successivo alla data del contratto e attraverso la Depository Trust Company (DTC).

Qual è la differenza tra ADR e ADS?

Il termine ADR (American Depositary Receipt) identifica i certificati rappresentativi di titoli di società estere, emessi da una banca depositaria e negoziabili sui mercati statunitensi . L’ADS è lo strumento finanziario emesso in base al contratto ADR che viene effettivamente negoziato. I termini ADR e ADS sono spesso usati in modo intercambiabile.

Cosa sono gli IFRS?

Cosa sono gli IFRS?

Gli "International Financial Reporting Standars" (IFRS) sono i principi contabili internazionali omologati dalla Commissione Europea che, a partire dall'esercizio 2005, tutte le società con titoli ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato degli Stati della Comunità Europea dovranno applicare per la redazione del Bilancio consolidato.
Al fine di agevolare il raffronto con i risultati dell'esercizio 2005, l'Eni ha adeguato ai principi IFRS le situazioni infrannuali e il bilancio dell'esercizio 2004.
Nell'area Investor Relations è possibile consultare e scaricare la presentazione relativa agli effetti dell'adozione degli IFRS.

Piattaforme Tecnologiche

Piattaforme Tecnologiche

La tecnologia è la linfa vitale per lo sviluppo dell’industria petrolifera nel lungo termine.
Eni ha individuato le piattaforme tecnologiche chiave su cui investire prioritariamente per affrontare le sfide del futuro.
Le piattaforme riguardano sia i settori core (esplorazione, produzione, trasporto olio e gas; produzione di carburanti a elevate prestazioni e basso impatto ambientale) sia le energie rinnovabili (energia solare e biomasse) e la sostenibilità ambientale delle attività operative.


Explore for Challenging Resources Operate in Extreme Environments Maximize Recovery Total Conversion of the Barrel Hydrogen for Fuel Upgrading Blue Fuels and Products Disruptive Frontiers of Solar Energy Biofuel/Biomasse Safety and Environment

Disruptive Frontiers of Solar Energy

Lastre con proprietà fotoattive

Disruptive Frontiers of Solar Energy

L' energia solare  può essere considerata la fonte di energia primaria per eccellenza. Il suo sfruttamento può avvenire attraverso la conversione diretta della luce in energia elettrica (effetto fotovoltaico).
Il componente base dei sistemi fotovoltaici è la cella solare costituita da una fetta (wafer) di qualche decimo di millimetro o uno strato sottile di pochi micron di materiale semiconduttore, quale il silicio, opportunamente trattato. Attualmente i costi di generazione elettrica da impianti fotovoltaici sono ancora elevati (0,2-0,5 €/kWh).
Il superamento dei limiti attuali richiede l’introduzione di tecnologie in grado di ridurre la quantità di silicio impiegata a parità di energia prodotta e nel lungo termine la sostituzione del silicio con materiali polimerici o organici  il cui costo di produzione sia significativamente più basso, con prestazioni confrontabili con quelle del silicio che raggiunge anche il 20% di efficienza.
Eni ha avviato diverse attività di ricerca nel campo di tecnologie solari nuove o emergenti, potenzialmente in grado di generare discontinuità significative. In particolare le attività riguardano le celle solari a base di materiali organici e nanocompositi, che sono tra le più promettenti per la possibilità di produzione a basso costo. Anche nel campo del solare termico a concentrazione eni ha avviato attività di R&S per sviluppare tecnologie che possano produrre efficaci innovazioni tecniche. Per maggiori dettagli consulta la sezione Programma Along with Petroleum.
Eni ha stipulato con il MIT di Boston un accordo strategico nell'ambito della ricerca energetica. Il fulcro della collaborazione è il "Solar Frontiers Research Program ", un programma finalizzato allo sviluppo di tecnologie solari avanzate, a cui eni destinerà 25 milioni di dollari in cinque anni. Tale programma è incentrato su sei aree: nanotecnologie e energia solare; concentratori solari luminescenti; energia solare e approcci biomimetici; fotosintesi artificiale; nuovi materiali per l'energia; nuovo approccio al solare a concentrazione.

Grafico azioni Eni

Grafico azioni Eni
da Giugno 2010 a Giugno 2011
Grafico storico azioni Eni da Giugno 2010 a Giugno 2011

produzione di biocarburanti

Eni è impegnata nello sviluppo di tecnologie per la produzione di biocarburanti per mezzo della gassificazione delle biomasse e successivo stadio di liquefazione del gas ottenuto mediante la sintesi Fischer-Tropsch in modo da ottenere carburanti diesel, oppure mediante la coltivazione di microalghe, capaci di proliferare su acque reflue industriali o saline, metabolizzando i residui di azoto e fosforo in esse contenute, e di assimilare la CO2 presente negli off gas industriali con l'ottenimento di una biomassa ad alto tenore di sostanze grasse estraibili e convertibili in carburanti diesel.
Eni è anche impegnata nell'utilizzo di microorganismi (lieviti) per la conversione delle frazioni zuccherine ottenibili da diverse tipologie di biomasse in materiali oleosi da usare per la produzione di carburanti diesel. In particolare la biomassa prodotta dalle microalghe può essere vantaggiosamente sfruttata a fini energetici. Una volta separata dal mezzo di coltivazione mediante tecniche di separazione gravitazionale e filtrazione più o meno spinta, essa può essere utilizzata per ottenere oli vegetali convertibili in combustibili per autotrazione.
Queste tecnologie sono state sperimentate a diversi livelli, in laboratorio, su impianti bench o presso siti industriali. La produzione di biocarburanti diesel da microalghe è in corso di sperimentazione presso la raffineria di Gela, che appare particolarmente adatta grazie al clima, alle infrastrutture presenti, alla disponibilità di streams di CO2 e di acque reflue (urbane ed industriali). E’ stato realizzato e avviato un impianto da un ettaro costituito da più moduli, prima unità dimostrativa realizzata presso una raffineria di petrolio per la coltivazione delle microalghe. E’ in fase di completamento l’impianto di separazione e raccolta della biomassa e successiva estrazione di bioolio, pro tecnologia proprietaria EcofiningTM.
Un altro progetto punta a individuare microrganismi che metabolizzano sostanze organiche producendo lipidi, dai quali, con opportuni trattamenti, produrre biodiesel. È stato individuato un lievito in grado di crescere in modo efficiente su tutti gli zuccheri presenti nelle biomasse lignino-cellulosiche e di accumulare lipidi fino al 75% del suo peso, migliorando il risultato ottenuto nel 2008 (60%).
Inoltre Eni partecipa allo sviluppo di modelli di analisi per sistemi di produzione di bio-etanolo di seconda generazione nell’ambito del progetto europeo NILE (New Improved Lignocellulosic Ethanol).

Biofuel/Biomasse

Coltivazione di jathropa per produzione di biofuel

Biofuel/Biomasse

Nel medio-lungo termine eni intende sviluppare processi potenzialmente breakthrough nella produzione di biocarburanti.
Secondo la Normativa Europea 2020 e la direttiva sulla Fuel Quality, i biocarburanti dovranno contribuire a fornire un'energia rinnovabile alternativa ai combustibili fossili nel settore dei trasporti, purché prodotti secondo criteri di sostenibilità e non in competizione con il settore alimentare, con quote progressive fino al 2020.
L’impiego dei biocarburanti offre vantaggi ambientali legati all’assenza di emissioni inquinanti (zolfo e idrocarburi poliaromatici), minori emissioni di gas serra in un’ottica LCA (Life Cycle Analysis), anche se consente rese energetiche inferiori rispetto ai combustibili fossili.
L’attività di R&S di Eni è concentrata sulla produzione di biocarburanti con prestazioni elevate – es. biofuel pro diesel con numero di cetano superiore al gasolio tradizionale – e di bio-energia attraverso la conversione di biomasse non edibili.
Eni ha sviluppato la tecnologia EcofiningTM , in collaborazione con il partner UOP, che consente la conversione di oli vegetali in Green Diesel, un prodotto di elevata qualità, privo di ossigeno e compatibile con i gasoli di origine petrolifera. E’ stata completata la progettazione di un'unità industriale da 250 mila tonnellate/anno per la produzione di Green Diesel da olio di soia e/o palma.
Nel 2008 è stato completato anche uno studio di fattibilità per l'utilizzo di una pianta infestante presente nel Delta del Niger per la produzione di bio-elettricità.
Per maggiori dettagli consultare la sezione Programma Along with Petroleum