mercoledì 15 giugno 2011

Eni Kashagan.

Saranno maligni i russi? Secondo un'agenzia russa, appunto, riporta il New York Times, il governo kazakho si sta preparando a cancellare definitivamente il discusso contratto con l'ENI per lo sfruttamento dell'ormai mitico giacimento di Kashagan.
Le azioni ENI sono crollate venerdì, malgrado la stampa italiana tutta abbia graziosamente taciuto la notizia russa. Tacendo anche dell'incontro tra Scaroni e il governo di Nazarbayev che si sarebbe dovuto tenere venerdì, ma che è stato brutalmente rimandato dai kazakhi lasciando l'AD ENI fuori dalla porta col cappello in mano.
L'agenzia insiste citando un'anonima fonte kazakha secondo la quale il Ministero dell'Energia sta preparando i documenti per dissolvere il contratto.
Ora, non è che noi siamo qui ad infierire sulla gloriosa compagnia che fu di Mattei. Ma come d'abitudine, amo il ve l'avevo detto... o meglio, l'aveva detto il compianto Ali Bakhtiari. Riporto il brano del post :
A Kashagan l'ENI sta sviluppando il giacimento più difficile del mondo che produrrà 1,5 milioni di barili al giorno "forse" nel 2010. Da romantica qual sono, mi ha personalmente molto colpito l'immagine descritta da Ali degli uomini dell'ENI che lavorano con le maschere antigas indosso, a temperature che arrivano a -40°, in un mar Caspio che è ghiacciato per 5 mesi l'anno.
Questa faccenda va avanti da oltre sei mesi. E' almeno da luglio scorso che il governo del Kazakhistan sta cercando di liberarsi del consorzio che non sa (o non può...) produrre il petrolio promesso.
Ma una lancia occorre spezzarla in favore dell'ENI: in Kazhakistan si stanno facendo delle illusioni. Quel petrolio, da là sotto, non riuscirà mai nessuno a tirarlo fuori. Forse sarebbe il caso di degradare Kashagan all'umile rango di potential reserves...

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